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José Saramago, Il Vangelo Secondo Gesù Cristo |
Erano i dolori, alla fin fine, che stavano provando lei.
Serata particolare, questa, piena di rivelazioni. C'è un po' di tempesta dentro, ed è normale, per ora il meteo generale non prevede giornate lungamente serene. Stavo solo pensando a questo estratto del romanzo, che ho sottolineato ai tempi e riportato molte altre volte, in diversi contesti.
Credo che ora mi abbia addirittura tranquillizzato, consolato se è possibile, come se mi avesse detto quello che dovevo sentirmi dire. Ero a letto e ho detto a voce alta "come ti senti...", desiderosa di continuare ma non ricordando come continuasse esattamente. Non so perché l'ho fatto, ma l'ho detto.
Mi sono alzata dal letto, ho cercato in libreria, ho preso il libro e ho sfogliato le pagine, sapevo bene che l'avrei trovato tra le prime pagine e che avrebbe attirato la mia attenzione perché sottolineato.
Calma, respiro, audacia.
Quanto coraggio ci vuole a essere esseri umani. Che fatica immane.
Dedico questo frammento di magia firma Saramago a quelle mie amiche che per ora ne hanno uno per capello, tra studio e sentimenti vari e a mia sorella, che sta trovando un nuovo pezzo di sé in una nuova città. Ogni cambiamento porta spazi vuoti e forse sono questi spazi vuoti a fare male; circostanze rumorose in cui si scoprono nemici laddove non si poteva neanche immaginare. Però siamo esseri umani e possiamo tutto, o quasi.
Lasciare che i dolori ci provino, scoprino i nostri spazi tra le nostre ossa e i nostri muscoli, divertirsi da dentro con i nostri pensieri e permettere loro di farci piangere: forse questi sono tutti pezzi per mettere insieme l'umanità.
La tempesta è umanità, è inevitabile. Non lo possiamo impedire, almeno io non lo so fare e la subisco così come viene.
Comunque sia, leggetevi Saramago. Dio, quanto fa bene.