È così. Che vuol dire?
Vuol dire che le cose sono come sono in questo momento, e per viverle forse non devo aggiungere né togliere nulla.
Non ho altro che me, in questo momento e quella macchina da scrivere, quel quaderno e questo computer dai quali cerco di modellare un futuro ipotetico. E l'incontro con Gli Altri non può che farmi bene, anche se mi mette in confusione.
Gente che mastica l'orgoglio degli altri con piroette narcisistiche da nuclei insicuri e tremolanti; gente che dona Meraviglia come le più audaci delle creature magiche da fiabe sotto la tempesta; gente che rincuora, che altro non dà che affetto quando proprio non serve altro che quello. Gente che entra in me e divento Quella Gente.
Per ora sono così, non ho altro che questo. Non ho soldi, non ho un lavoro, non studio; non sono indipendente, non imparo a cucinare, non ho la patente; non faccio attività personali, non faccio teatro, non dipingo, non vado in bici, né in pattini; non imparo a cantare, non sviluppo nessun estro creativo.
Per ora sono così, nel mezzo di un mucchio di pensieri e sentimenti. E forse ora ho capito: devo essere così e basta. Indago, me stessa e gli altri attraverso me stessa. Ringrazio chi mi ha fatto male e chi non lo fa, sto elaborando una ricchezza degna della miniera di diamanti.
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