Ti dirò, che mi
ferisce averti perso, anche se sei un cancro. Ma ti capivo.
A te dirò, invece, che è vero, non si scende dal
palco della nostra vita in cui decidiamo di recitare. Ma quantomeno cambiamo
commedia.
Anche a te dirò che non vai da nessuna parte. E
non sono le domande che ti guideranno.
Ti dirò che ti
voglio bene, ma è bello stare in lontananza, ti vedo più chiaramente.
Ti dirò di non
fraintendere, è colpa mia. Ma non fraintendere.
Ti dirò che ancora
non capisci, e io non proverò a spiegare.
Ti dirò che dovresti solidificare i tuoi occhi e
non farli colare mai più. Non su di me.
Voglio dirti, e lo farò che non ti conosco, ma mi
riconosco in te.
Ti dirò che dovremmo proprio vederci.
Ti dirò che ci guideremo a vicenda splendidamente, lo stiamo già facendo bene.
A te dirò di farti guidare un po’ di più, senza troppi specchi.
Ti dirò che ho seri dubbi riguardo a quanto tu
possa capirmi.
Ti dirò che molti altri quaderni vanno riempiti.
Ti dirò.
Un giorno.
*Cosa c’hai concluso?
La Fine.