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Una vita piena è una vita politica, sociale, spirituale, intendendo la
spiritualità fuori da ogni religione e non solo dentro, ma soprattutto
individuale. Cosa intendo? Intendo dire che ogni tipo di ambizione è dannosa se
non si dà spazio a tutto, nella propria miserabile esistenza. Sei un politico
carismatico in carriera, ma sei un coriandolo di uomo dal punto di vista
relazionale? Parli di uguaglianza, diritti per tutto, antimafia anticorruzioni
di ogni tipo, e corrompi le tue relazioni? Fai schifo, stop. Dare tempo al
tempo, avere coraggio di viversi, di vivere con gli altri e di saper
stare soli, al momento opportuno. Bisogna avere coraggio di andare oltre gli
slogan e parlare con il cuore e agire di conseguenza. Guardo intorno e vedo che
non è solo la tecnologia a logorare i rapporti umani, bastano solo gli
umani. Io mi guardo e penso che quasi tutto mi manchi, e se non dovessi
dedicare tempo ad altre cose, tempo che mi lascia solo un po' di tristezza e
stress da elaborare, penso che lotterei in tutti i modi contro quella parte di
me che si è abituata al niente di cui mi circondo. Lo farò, lo prometto. Questa
è una campagna elettorale per me stessa. Mi voto?
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La primavera è incredibilmente bella. Peccato che questi fottuti esami di
stato si debbano fare in jeans a giugno, con il caldo che fa sudare persino lo
stucco del tetto (e si scolla). Non vedo l'ora di uscirmene alla stessa misura
in cui sono terrorizzata perché non mi sento per niente pronta. Sono andata
indietro con la memoria un sacco di volte ai miei esami delle medie. Ho cercato
di ricordare l'ansia che mi pervadeva perché ogni esame è un'ansia, ogni esame
è una messa in gioco immensa; tralascio appositamente il discorso che gli esami
delle medie erano più facili perché innanzitutto per me non lo furono al tempo, secondotutto perché
l'ansia è ansia. Credo che stia scavando nella memoria per immaginare cosa mi
aspetti, sebbene "immaginare" non sia il verbo adatto, quello lo
faccio dall'inizio dell'anno, la gente me lo ribadisce dall'inizio dell'anno,
piuttosto "prevedere". Ma proprio questo non è una cosa che posso
fare al cento per cento. E in generale, non ne posso davvero più.
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Museica è il nuovo album del signor Rezza Capa, lo
ascolto da giorni perché da giorni lo "studio", cerco di capirlo. Mi
ricordo, quando è uscito "Il Sogno Eretico", che qualche mese dopo,
in una intervista, CapaRezza aveva anticipato dicendo che avrebbe scritto
qualcosa di completamente diverso, che cinque album erano sufficienti per esprimere
il suo pensiero politico e che avrebbe parlato di altro. Mi ricordo che sono
rimasta molto incuriosita e perplessa, mi chiedevo cosa potesse scrivere.
All'inizio questo nuovo album non mi ha fatto impazzire, e continuo a pensare
che quel fantastico giocoliere di parole acuto e brillante che abbiamo sempre
conosciuto sia un po' scemato (non scimunito) con questo album, cosa che mi
dispiace alquanto. Però ora ho capito che in realtà mi piace, checché se ne
dica: è come se CapaRezza avesse deciso di zoommare l'attenzione sulla sua
vita, sulla nostra, parlando di problemi più "personali" se così si
può dire, che in qualche modo riguardano tutti noi, problemi che affrontiamo un
po' tutti, cose di cui ci lamentiamo. Ho un sentimento contrastante, per questa
scelta (sempre che abbia capito bene): da un lato è una cosa bella, perché
comunque lui rimane CapaRezza, un artista capace di non banalizzare
mai, perciò anche queste riflessioni comuni sono viste in chiave originale;
dall'altro mi domando il perché. Non il perché di questa scelta, è più che
ammissibile che un artista decida di sviluppare un'altra via di narrazione e
decida altro, ma il perché me lo pongo sul fatto che abbia deciso proprio
questi argomenti, sono tematiche che davvero riguardano tutti. Devo approfondire
perché molte cose nemmeno le capisco, il che presuppone che magari avrò la
rivelazione più in là, come è già successo, e tutto diventi più affascinante di
prima. Dopo cinque album politici, che tanto ci piacciono, un nuovo
punto di vista. In effetti è così che funziona per tutti: cambiare è
lecito, scuotere dissensi e reazioni svariate è ovvio, fare una scelta è giusto.
Chissà a cosa porterà questo album, me lo chiedo perché a me piace molto
CapaRezza, è sempre stato uno spunto per riflettere. Vi invito ad ascoltarlo, a primo impatto non piacerà, e avrete anche ragione. Ma se andate un po' oltre credetemi che non tutto è da buttare.
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Sono molto belli questi puntini dell'elencazione
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· :)