linko qui il video perché non mi fa caricare il video ufficiale con anteprima. Buon ascolto.
La musica indie c'ha la grande malattia dei testi. La maggior parte delle canzoni che amo con tutto il mio cuore e dal profondo della mia passione intellettiva hanno testi che possono tranquillamente essere considerati ridicoli, infantili e in generale discutibili.[...]qui le bare sono strette
ma le vogliono abitare
le chitarre senza corde
l‘avere senza il dare
qui confondono il dolore con le lacrime di gioia
pochi brividi o sussulti
molta prosa
troppa noia
qui non puoi fuggire
perché tu sei il carceriere
qui tutto è razionale
solo obbligo e dovere
qui dove vivi adesso
in un anelito del cuore
in attesa di un qualcosa
di un qualcuno
di un errore.
Capisco chi storce il naso quando si parla di indie e io non ho mai fatto particolare propaganda del genere.
Così come non ho mai impiegato poi molto tempo a spiegare perché una moltitudine di artisti e di canzoni hanno un pezzo del mio cuore; appartengono a momenti precisi e sembrano evocare tutta la parte migliore dell'adolescenza (e la peggiore per i momenti di malinconia) che, tanto per intenderci, non è finita -o almeno credo-.
"Ilenia", il brano dell'ultimo album degli Zen Circus, è un campionario di frasi didascaliche.
Le vedo bene sopra foto profilo, in momenti immortalati per caso o fintamente casuali; le vedo schiaffate negli occhi di molte mie amiche e alcune perfino sulla mia pelle.
Perché il punto è questo: al di là della musica e della struttura, l'indie italiano rappresenta una generazione di esseri umani che sta avanzando a colpi di disagio in mezzo alle grandi strade della società.
Persi, nudi, inconscienti, impauriti, sensibili, Rocce e Isole. Siamo molte cose, noi Millennials. E Ilenia lo sa. E noi siamo Ilenia.
Che viene pure una gran voglia di suonare la batteria e sperare di essere almeno un briciolo figa quanto La Ragazza Del Video.
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