martedì 7 luglio 2015

Disordine necessario


Ho finito di leggere "Rayuela, il gioco del mondo", di Julio Cortazàr. E sono quasi impoverita, senza forze, con qualche pezzo in meno e qualche altro in più. Durante la lettura, ho pensato e sperato di essere come La Maga: senza logica, paziente e nullatenente, se non me stessa; amaramente ho scoperto, per molti aspetti, di essere come Horacio Oliveira.
Ho in mente tutti i volti dei personaggi, vividi e ben distinti: questo succede quando un libro entra dentro per non uscire più. Se sapessi disegnare, o dipingere, li ritrarrei, ma per quanto mi piaccia anche solo tentare, pur sbagliando, stavolta non me la sento: meglio conservare la loro foto intatta, nel cervello.

All'inizio di questi vent'anni- traguardo (di cosa non so), cercavo una risposta sufficientemente compiacente alla quasi resa da parte mia di fronte me stessa -cosa?-, ovvero: resa di fronte la quasi assenza di logica e senso pratico; una risposta a come avrei dovuto essere e dimostrare di essere adulta, l'idea di andare a vivere sola, studiare, lavorare, fare pulizie, cucinare e pagare le bollette e altre cose che non fanno la felicità, piuttosto una civile parvenza di; una risposta a queste domande e altre ancora, al disincontro e disicanto con gli altri, la tenacia nel compiere atti di bellezza gratuiti scoprendo la bellezza in chi intorno, cose di frullati cerebrali, insomma.
Vent'anni e sempre tutto daccapo, domande sempre rinnovate, normalità quindi.
"Rayuela" non ha dato risposta a nessuno di questi dubbi, ma ha schiarito la nebbia di quel che sono. Ora ho più paura di prima, ma questa è un'altra storia.

Esiste un "disordine necessario", che è più o meno simile a quello che percepiamo nel cosmo, per quel che ne sappiamo, intendo. Questo disordine è da accogliere nelle nostre vite. Non tutte le cose hanno una logica e un corso lineare e regolare degli eventi, quasi niente si muove in linea retta, solo noi ci illudiamo debba essere così: "la mortalità è questo: muoversi lungo una linea retta in un universo dove ogni cosa dotata di movimento si muove in ordine ciclico", disse la Harendt. Cortazàr ha messo luce su un disordine che vive dentro di noi, senza linearità. Fa paura scoprirlo, leggerlo e capire che tra una linea retta e il suo seguito, c'è sempre un pensiero che distrae, un desiderio, un fallimento. E l' insieme di tutte queste cose, altro non è che Bellezza.
"Non mi pare che la lucciola si attribuisca maggior importanza per il fatto di essere una delle meraviglie più spettacolari di questo circo, e tuttavia è sufficiente supporre in essa una coscienza per capire che ogni volta che le si accende il pancino, l'insetto di luce deve sentire come un solletico di privilegio."









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