venerdì 26 agosto 2016

L'Esperimento

"Il diario di Adamo Ed Eva", Mark Twain

L'amore ai tempi dell'Eden Americano. Oggi, ieri, sempre.



giovedì 18 agosto 2016

martedì 16 agosto 2016

L'ho incontrato a Bologna

Il Dio Delle Piccole Cose non cede alla grandi, nemmeno per svista, nemmeno per errore.

In giro per il mercato della Montagnola:
Mia sorella, dopo aver scovato quei pesciolini, un po' rotti -ma chi non lo è-, mi indica la ballerina e non resisto, troppa tenerezza per poterla lasciare lì.
Non ci posso fare niente, in qualche modo c'è sempre un richiamo per tesori nascosti al quale non si può resistere.

In foto: (da sinistra) Pongo, Clelia e Kintsugi.

lunedì 15 agosto 2016

Estate è

Sette brevi lezioni di fisica e Il Maestro e Margherita, Rovelli e Bulgakov spaparanzati beatamente sul sofa. Essere in vacanza è anche avere il tempo di leggere non solo prima di andare a dormire, angolo del tempo della giornata relegata alla sua fine. Il ritorno ai piaceri delle pagine stampate, i commenti a fine capitolo, l'attesa della pizza.
No, quest'ultima non è una cosa che c'entra granché, ma fa parte dei desideri momentanei.

Sorelle accennate, Fabbrico Town, momento della sera.

venerdì 12 agosto 2016

Tutto il mondo

È da tanto tempo che non partivo solo con uno zaino e la regola dell'essenzialità per possedere il mondo (e non è del tutto vero: ci sono due o tre capricci viziati del tutto superflui).
Quella a cui vado incontro è una liberatoria e preziosa esperienza, sperando. E non vedo l'ora!

mercoledì 10 agosto 2016

Lezione terza: l'architettura del cosmo

[...]Questa lezione è fatta soprattutto di semplici disegni. Il motivo è che la scienza, prima di essere esperimenti, misure, matematica, deduzioni rigorose, è soprattutto visioni. La scienza è attività innanzitutto visionaria.[...]

"Sette brevi lezioni di fisica", Carlo Rovelli

Giorgio Gaber - Il Dilemma





In una spiaggia poco serena
camminavano un uomo e una donna
e su di loro la vasta ombra di un dilemma.
L'uomo era forse più audace
più stupido e conquistatore 
la donna aveva perdonato, non senza dolore.
Il dilemma era quello di sempre
un dilemma elementare
se aveva o non aveva senso il loro amore.

In una casa a picco sul mare
vivevano un uomo e una donna
e su di loro la vasta ombra di un dilemma.
L'uomo è un animale quieto
se vive nella sua tana
la donna non si sa se ingannevole o divina.
Il dilemma rappresenta
l'equilibrio delle forze in campo
perché l'amore e il litigio sono le forme del nostro tempo.
Il loro amore moriva
come quello di tutti
come una cosa normale e ricorrente
perché morire e far morire
è un'antica usanza
che suole aver la gente.
Lui parlava quasi sempre
di speranza e di paura
come l'essenza della sua immagine futura.
E coltivava la sua smania
e cercava la verità
lei l'ascoltava in silenzio, lei forse ce l'aveva già.
Anche lui curiosamente
come tutti era nato da un ventre
ma purtroppo non se lo ricorda o non lo sa.
In un giorno di primavera
quando lei non lo guardava
lui rincorse lo sguardo di una fanciulla nuova.
E ancora oggi non si sa
se era innocente come un animale
o se era come instupidito dalla vanità.
Ma stranamente lei si chiese
se non fosse un'altra volta il caso
di amare e di restar fedele al proprio sposo.
Il loro amore moriva
come quello di tutti
con le parole che ognuno sa a memoria
sapevan piangere e soffrire
ma senza dar la colpa
all'epoca o alla Storia.
Questa voglia di non lasciarsi
è difficile da giudicare
non si sa se è cosa vecchia o se fa piacere.
Ai momenti di abbandono
alternavano le fatiche
con la gran tenacia che è propria delle cose antiche.
E questo è il sunto di questa storia
per altro senza importanza
che si potrebbe chiamare appunto resistenza.
Forse il ricordo di quel Maggio
gli insegnò anche nel fallire
il senso del rigore, il culto del coraggio.
E rifiutarono decisamente
le nostre idee di libertà in amore
a questa scelta non si seppero adattare.
Non so se dire a questa nostra scelta
o a questa nostra nuova sorte
so soltanto che loro si diedero la morte.
Il loro amore moriva
come quello di tutti
non per una cosa astratta
come la famiglia
loro scelsero la morte
per una cosa vera
come la famiglia.
Io ci vorrei vedere più chiaro
rivisitare il loro percorso
le coraggiose battaglie che avevano vinto e perso.
Vorrei riuscire a penetrare
nel mistero di un uomo e una donna
nell'immenso labirinto di quel dilemma.
Forse quel gesto disperato
potrebbe anche rivelare
come il segno di qualcosa che stiamo per capire.
Il loro amore moriva
come quello di tutti
come una cosa normale e ricorrente
perché morire e far morire
è un'antica usanza
che suole avere la gente.

domenica 7 agosto 2016

Di tutte le guerre

Monumenti ai caduti, piazza Umberto I, Siculiana, provincia di Agrigento.

Mi piacciono questi monumenti commemorativi composti da bassorilievi o statue rappresentanti un determinato periodo storico ma con targhe del genere: "ai caduti di tutte le guerre". Tutte, nessuna esclusa; ogni caduto è uguale all'altro e mi piace anche allargare la veduta a tutti i morti, nemici e alleati, giovani vecchi, uomini e donne, siciliani e siriani. A tutte le morti da evitare, di tutte le guerre, a loro un pensiero.

sabato 6 agosto 2016

Di una cavigliera, solo l'ombra

L'immagine sufficientemente insulsa di un paio di gambe storte e con le caviglie grosse sulle quali l'ombra di una corda ha disegnato una cavigliera di caucciù è l'unico ricordo digitale dell'oretta prima di un attacco potente di sindrome di Stendhal, quando una serata totalmente improvvisa mi ha portato su una barca, al molo di Mondello, per fare un giro al largo.

C'era un cielo così generoso di stelle che oggi ho dovuto pensare -un vero e proprio atto di mente locale-, a quanti frammenti di cielo abbia visto così pieni, così immensi e così ricchi da lasciarti senza parole.

Sì, forse è scontato dire che in città è davvero un peccato non riuscire a vedere una sola di queste proiezioni fantasma che sono le stelle, ma quando te ne ricordi così all'improvviso fa ancora più male, ma un male non aggressivo, solo desideroso di molti più cieli di questo genere. E il punto è questo, suppongo: quando anche un male si palesa solo perché anch'esso è desideroso, capisci che la felicità è possibile. Non so come funzioni, ma forse basterebbe non inseguirla, se davvero c'è gente che lo fa.

giovedì 4 agosto 2016