martedì 22 novembre 2016

sabato 19 novembre 2016

Una storia.


... o anche più di una. Qualunque sia il suo volto, bisogna ritrarlo in più modi, anche questo. E mentre Marguerite si prende la sua vacanza da questo strano periodo di gestazione, io continuo a esplorare quello che rimane da fare. 

giovedì 10 novembre 2016

And my head told my heart:



[...]Oh, la vergogna che mi ha allontanato dal dio che una volta amavo
è la stessa che mi ha spinto nelle tue braccia.
La pestilenza aveva vinto
quando tu eri persa e io andato via 
e nessuna, nessuna speranza vincerà.
Ma se i tuoi conflitti colpiranno il tuo sonno

ricordati che la Primavera scambia la neve con le foglie.
Tu sarai felice e piena di energie di nuovo

quando le città splendono e il sole sorge. 

La mia testa ha detto al cuore "lascia che l'amore cresca", 
Ma il cuore ha detto alla testa "questa volta no, questa volta no".[...]

mercoledì 9 novembre 2016

Cosa che -ovviamente- fanno

Persone Al Sole, Edward Hopper, 1960

"Persone al sole sta agli antipodi di Cittadina Mineraria In Pennsyilvania, ma non è meno denso di mistero.  È una miscela di comicità e sconforto. Un gruppo di persone sta al sole su una fila di sedie. Ma sono lì per prendere il sole? Se sì, perché indossano eleganti abiti da ufficio, o adatti alla sala d'aspetto del medico? Forse, ovunque si trovino, sono in attesa e il mondo è la loro sala d'aspetto? Forse. E cosa dobbiamo pensare del giovane che legge, seduto alle spalle della fila di quattro persone? Sembra sia più assorto nella cultura che nella natura, eppure sta lì con gli altri, ai bordi della strada, al sole. La luce è particolare. Cade sulle persone ma non riempe l'aria. In realtà, una delle particolarità di Hopper è che ha veramente poco a che fare con l'atmosfera come invece, per esempio, la luce nei quadri degli impressionisti. Non si riesce a immaginare che queste persone prendano molto sole. Pare piuttosto che guardino di fronte a sé, per quanto possiamo vedere, verso un vasto campo che si estende fino a un gruppo di colline. E le colline, dato che si elevano più o meno con la stessa inclinazione assunta dalle persone in posizione seduta, paiono ricambiare quello sguardo. Sembra quasi che natura e civiltà si fissino a vicenda. Questo quadro è così eccentrico che a volte penso che le figure sedute stiano guardando il dipinto di un paesaggio, non un paesaggio vero, cosa che -ovviamente- fanno."

[Edward Hopper - un poeta legge un pittore, Mark Strand]

Due americani meno uno

Sì, è tutto tremendo. Everything is horrible... it seems just horrible.

Per un americano pezzente, disgustoso e umanamente triste al potere, c'è sempre un angolo di paradiso in cui trovare un attimo di tranquillità.
Non so esattamente cosa pensare, ma comunque è prudente non inciampare in torpiloqui adesso.

Un poeta legge un pittore ed è questo il sogno americano -c'è pure il mio quadro in copertina-.

Buona sopravvivenza a tutti.

martedì 8 novembre 2016

Una città come De Chirico

Le Due Maschere
Se mi fisso a guardare i quadri di De Chirico immagino sempre di camminare nelle città che lui descrive, così piene di malinconia, mistero, vuoto che riempie e pienezza che non lascia nulla. Metafisica, sì, ma c'è qualcosa in più. Forse un'altra atmosfera, una dimensione oltre la dimensione della metafisica ancora. Non so. Comunque sembrano tutti luoghi molto familiare e vorrei andarci più spesso, sapendo come fare.

Come si accede alla metafisica? Cos'è? Cosa serve? Basta un portale come quello di De Chirico? Chissà. Io, intanto, provo a viaggiare ancora.