mercoledì 9 novembre 2016

Cosa che -ovviamente- fanno

Persone Al Sole, Edward Hopper, 1960

"Persone al sole sta agli antipodi di Cittadina Mineraria In Pennsyilvania, ma non è meno denso di mistero.  È una miscela di comicità e sconforto. Un gruppo di persone sta al sole su una fila di sedie. Ma sono lì per prendere il sole? Se sì, perché indossano eleganti abiti da ufficio, o adatti alla sala d'aspetto del medico? Forse, ovunque si trovino, sono in attesa e il mondo è la loro sala d'aspetto? Forse. E cosa dobbiamo pensare del giovane che legge, seduto alle spalle della fila di quattro persone? Sembra sia più assorto nella cultura che nella natura, eppure sta lì con gli altri, ai bordi della strada, al sole. La luce è particolare. Cade sulle persone ma non riempe l'aria. In realtà, una delle particolarità di Hopper è che ha veramente poco a che fare con l'atmosfera come invece, per esempio, la luce nei quadri degli impressionisti. Non si riesce a immaginare che queste persone prendano molto sole. Pare piuttosto che guardino di fronte a sé, per quanto possiamo vedere, verso un vasto campo che si estende fino a un gruppo di colline. E le colline, dato che si elevano più o meno con la stessa inclinazione assunta dalle persone in posizione seduta, paiono ricambiare quello sguardo. Sembra quasi che natura e civiltà si fissino a vicenda. Questo quadro è così eccentrico che a volte penso che le figure sedute stiano guardando il dipinto di un paesaggio, non un paesaggio vero, cosa che -ovviamente- fanno."

[Edward Hopper - un poeta legge un pittore, Mark Strand]

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