venerdì 17 febbraio 2017

Murble Rain, murble rain

Lo accendiamo questo cervello, oggi, Gea? Oppure no?


Niente da fare, oggi si va a carbone (e vetro). Grazie ai fenomenali "ricordi" di Facebook mi capita di rivedere i vecchi post di questo blog che ormai ha quasi sette anni, all'incirca, credo.

Rivedo quei post lunghi, senza immagini, senza paragrafi divisi. Vedo tutta la necessità di esprimere qualcosa e ricordo la costante sensazione di "meh" nel pubblicare, convinta e consolata dalla sola idea che fortunatamente in pochi avrebbero mai aperto i post e si sarebbero sorbiti le mie pippe mentali, dunque piuttosto di "violentarli" con papelli autocelebrativi su facebook, avrei comunque dato al malcapitato di turno la possibilità di aprire o meno la busta -Maria!-.

Adesso presto più attenzione a come impostare una pagina virtuale, di parole intoccabili, vicine solo se ti lasci avvicinare. Merito del lavoro sul sito in cui scrivo da un annetto a questa parte, Ultima Voce, che in qualche modo mi ha insegnato che valorizzare il proprio pensiero tramite uno schermo significa anche seguire certi parametri che te lo rendano visibile, in tutti i sensi.

Inoltre, è da un po' di tempo che questo blog è diventato più un diario per immagini che non un vero e proprio contenitore di flussi di (in)coscienza. Poco male, ho capito che anche in quella maniera si possono raccontare le cose.

Eppure riguardo quei vecchi post e lo sento che la vita è diversa. Sì, bella scoperta l'acqua calda, lo sappiamo. Però è importante rendersi conto di queste cose, anche cadenzalmente, perché tendiamo a dimenticarle.

Ci sono cose che non cambiano, ovviamente -ovviamente?-, e altre che è giusto invece si trasformino. Mi ci vuole ancora tempo per accettare i cambiamenti, che attualmente stanno avvenendo solo dentro la mia testa, perché mi sono impigrita e impigrirsi non è solo staticità, ma anche pratica aderenza alla vigliaccheria e io sono sempre molto a mio agio quando divento vigliacca.

Ci vogliono scossoni e tempeste tumultuose, ma il paesaggio è work in progress. Non è che vi prometta fuffa, eh, volevo solo dirlo.

Nel frattempo continuo a costruire oggetti e le mie fedelissime biglie dell'anima mi vengono incontro, aiutandomi ad accendere il cervello poco a poco, ché oggi si va lenti.
Ma, per fortuna, si va sempre.


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